Perché “Aurora” per chiamarci e identificarci? Il suono è molto bello, rotondo e musicale.
Il significato immediato è quello di un momento permeato di luce dorata, risplendente. Il termine, che deriva dal latino, significa infatti AUREA HORA ed in greco EOS.
Il suo nome è femminile però è importante ricordare che nella prima luce del giorno sono presenti contemporaneamente sia il Sole che la Luna e quindi l’elemento maschile e quello femminile sono compenetrati.
L’ Aurora è il periodo immediatamente precedente al sorgere del Sole e la sua luminosità, che appare nel cielo a Oriente è inizialmente color lilla – malva, poi tende progressivamente a scaldarsi verso il rosa – arancio.
Mentre il Sole è ancora al di sotto dell’orizzonte, il fenomeno dell’Aurora, che avviene fisicamente grazie alla rifrazione dei raggi solari da parte dell’atmosfera, anticipa e predispone l’animo umano alla Luce.
Noi Massoni cerchiamo la Luce.
Il sorgere del sole rappresenta da sempre un sentimento di sopravvivenza, fa scomparire le angosce nate dal buio della notte: è dunque una speranza di rinascita e di un tempo migliore.
Nella mitologia romana, Aurora era una dea che appariva ogni giorno all’alba e volava attraverso il cielo, annunciando l’arrivo del mattino. E’ una dea complessa perché essendo elemento “di frontiera” tra notte e giorno, tra tenebre e luce, sonno e veglia, apparente morte e rinascita, rappresenta l’armonia tra gli opposti e crea la continuità tra le forme mutevoli.
Salvator Dalì e i Surrealisti hanno dato all’Aurora il significato della nascita, identificandola con l’UOVO. E’ la vita in formazione, il nucleo da cui si generano gli esseri viventi.
L’uovo cosmico, utero e matrice o uovo filosofico o alchemico mantiene l’originario significato creativo, poiché è il recipiente in cui si tiene l’Opera, dove la materia è trasmutata.
Il Simbolo della nostra Loggia è unico nel suo genere: è di origine mesopotamica e, secondo alcune ricerche, risalirebbe al tempo degli Ittiti, popolazione che abitava l’Anatolia 4000 anni prima di Cristo. E formato da tre ellissi, che costituiscono una triplice goccia, l’una dentro l’altra nel cui centro si trova una stella stilizzata, che ritroviamo in triplice copia esternamente: in punta, a sinistra e a destra. Racconta quanto l’amore di due amanti, l’architetto Senenmut e Hashepsut, la prima donna faraone, portò la trasmissione ai posteri di un segreto, l’origine della vita. È il simbolo della conoscenza completa, mezzo per raggiungere l’illuminazione interiore.
Antico, risale alla notte dei tempi, rubato alla casta sacerdotale, tramandato di generazione in generazione, rappresenta la verità delle verità. Simboleggia l’origine della natura umana giunta proprio dalle stelle, quando gli dei vennero ad illuminarci con la loro sapienza.
Il nostro percorso è la ricerca della Verità.
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